L’ambizioso scopo del progetto SPONDE è quello di sviluppare una strumentazione portatile per il monitoraggio di HgTOT, HgIN e CH3Hg in campioni di acqua naturale (torrenti, fiumi, laghi, mari...). Si applicherà una tecnica voltammetrica per la determinazione di queste sostanze per via della sua semplicità, economicità e versatilità. Il mercurio è un elemento altamente tossico anche quando presente a livello di ultratracce. È uno dei metalli maggiormente coinvolti in fenomeni di bioconcentrazione e biomagnificazione lungo la catena alimentare. La sua forma metilata, CH3Hg, risulta particolarmente tossica. A causa delle difficoltà di condurre studi di speciazione continui (per distinguere tra HgIN e CH3Hg) e della mancanza di database a riguardo, i limiti di legge fanno riferimento al HgTOT. Spesso la quantificazione di HgIN e di CH3Hg sono ricavate mediante un coefficiente di conversione dal HgTOT.
La sensoristica è un campo di ricerca in pieno sviluppo che permette di ridurre i costi ed incrementare il numero dei controlli, in quanto si basa su strumentazioni di semplice utilizzo che possono essere usate anche da personale non qualificato. Questi aspetti, associati alla continua diminuzione dei limiti di legge relativi alla presenza di elementi potenzialmente tossici in alimenti e matrici ambientali, potrebbero attirare l’interesse di industrie elettroniche, produttori di apparecchiature scientifiche, enti di controllo e/o di laboratori di analisi che potrebbero investire in termini di produzione ed utilizzo di nuove strumentazioni.
Si intende integrare lo strumento sviluppato con un software che permetta di associare il risultato ottenuto alle coordinate satellitari del luogo in cui è stata eseguita l’analisi, trasmettendo il dato ad un server centrale, in modo tale da creare in tempo reale un database dei risultati ottenuti ed eseguire gradualmente una mappatura della distribuzione delle due forme di mercurio nelle acque, utilizzabile per valutare andamenti stagionali o interannuali. Uno strumento come questo potrebbe essere un valido aiuto agli enti che controllano lo stato dei corpi idrici, al fine di comprendere eventuali andamenti geografici e temporali degli analiti ricercati.
Molteplici risultano gli sviluppi annessi al progetto: grazie alla versatilità della tecnica i) potrebbero essere messe a punto strumentazioni analoghe anche per altre specie chimiche, ad esempio l’arsenico oppure residui farmaceutici o di prodotti di personal care (come gli antibiotici utilizzati a scopo curativo negli allevamenti o i filtri UV contenuti nelle creme solari), classificati come “contaminants of emerging concern”, in modo da controllare la qualità dell’acqua in uscita dagli impianti di depurazione; ii) potrà essere valutata l’applicabilità delle metodiche sviluppate anche per monitorare la qualità delle acque in ingresso a vasche di allevamento ittico oppure iii) si potrà valutare l’esposizione al mercurio della popolazione, degli animali e delle piante attraverso l’analisi di materiali biologici (saliva, sangue, urina, foglie).